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GIULIA CAVALCOLI, UNA FISIOTERAPISTA PER RECUPERARE DOPO L'ICTUS: "COSì I PAZIENTI TORNANO A CAMMINARE"

28 Maggio 2021

Da anni Giulia Cavalcoli è la fisioterapista dell'Associazione A.L.I.Ce odv e segue la riabilitazione dei pazienti colpiti da ictus. “Tutto è iniziato dieci anni fa in collaborazione con l'Università con il progetto AFA, che sta per Attività Fisica Adattata; lavoravamo a gruppi, poi, nel tempo, la figura del fisioterapista è stata sostituita da quella del laureato in Scienze Motorie che opera secondo le indicazioni impartite dalla U.O. di Medicina Riabilitativa - con cui A.L.I.Ce ha instaurato un’importante collaborazione - mentre le sedute di fisioterapia sono state concentrate su gruppi più piccoli, da due o tre persone”. In questo modo si riesce a personalizzare meglio il percorso del singolo paziente. “Il progetto è andato avanti ma con il Covid queste sedute, che si svolgevano in studio da me, non sono state più possibili. Così per non interrompere il percorso ho cominciato a fare dei video per agevolare l’attività a distanza e anche sedute di fisioterapia presso il domicilio dei più fragili”.
Ora che la fase acuta dell'emergenza è passata, però, Giulia è tornata a lavorare con i pazienti dal vivo. Al momento ne segue sette.

“Chi esce dal percorso ospedaliero dopo essere stato colpito da ictus ed entra nella fase della cronicità, fatica ad avere un contatto diretto con un percorso di riabilitazione. Per questo l'Associazione interviene dando supporto fisioterapeutico ai pazienti che altrimenti, dopo due o tre anni, rischiano non solo di non migliorare ma anche di peggiorare le proprie funzioni. Certo, per chi è stato colpito da ictus dieci anni fa recuperare è molto difficile ma in quel caso le sedute sono anche un'occasione di socialità, sono importanti per non sentirsi abbandonati”. Tre le direttrici su cui si muove questo percorso: mobilità, ricerca di quote motorie e cammino ed equilibrio. Quest'ultima è la funzione che viene recuperata più spesso: “Grazie ad alcune strategie spesso i pazienti riescono a tornare a camminare. Invece le funzionalità più difficili da recuperare sono quelle dell'arto superiore, la mano e il braccio, molto rappresentate a livello neurologico”. La fisioterapista si è formata oltre che sulla terapia manuale anche sull'aspetto neurologico e ha pazienti di ogni età: “Non c'è un'età massima, possiamo dire che probabilmente i più giovani sono più motivati a ritrovare le funzionalità ma ciò che fa davvero la differenza per gli esercizi è il tipo di percorso che il paziente deve intraprendere”.

ALICe

ALICe Italia O.D.V.
Associazione per la
Lotta all'Ictus Cerebrale

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